NOTE D’ARTE
Probabilmente alcuni di voi ricorderanno questa immagine di Maurits Cornelis Escher come copertina di un libro dell’università di psicologia: un nastro a spirale che modella la testa frammentaria di una donna che fluttua nello spazio come una scultura cava. L’illusione di profondità è accentuata dalle nuvole che degradano verso un’orizzonte invisibile.
Le opere di questo grande incisore rappresentano una delle punte più avanzate dell’arte europea del secolo scorso. I suoi disegni, le sue incisioni, le sue fantasmagorie sono un modello per tutti coloro che cercano di andare al di là dell’immagine e della sua semplice apparenza. Esse contengono molto di più di quanto appaia ad un primo sguardo, e l’osservatore attento riesce a cogliere una profondità importante e complessa.
Escher nasce nel 1898 a Leeuwarden nel nord dei paesi bassi.
L’INFLUENZA dell’ ITALIA sull’ARTE di ESCHER
All’età di 23 anni Escher iniziò la sua attività di incisore. Tuttavia, i suoi lavori non trovarono grande accoglienza e quindi, alla ricerca di ispirazione, l’artista decise di intraprendere un viaggio in Italia, visitando le regioni centro-settentrionali. Fu particolarmente colpito dalla campagna e dalle città della Toscana. Innamoratosi dell’Italia, del suo paesaggio, della sua natura, della sua arte antica, Escher venne in contatto anche con l’arte moderna visitando la biennale di Venezia. Tornato in Olanda, non riuscì a trovare pace. Dopo pochi mesi e dopo un viaggio in Spagna, tornò in Italia visitando Genova, Pisa, Roma ecc. , e per la prima volta si spinse nel meridione, sulla costiera Amalfitana. l’Italia ebbe un effetto positivo sul carattere introverso e malinconico di Escher, che si sposò a Viareggio e si stabilì a Roma nel 1923. In quel periodo si confrontò con diversi movimenti artistici. Lo sviluppo di nuove teorie scientifiche anticonvenzionali e anti-intuitive, come la teoria della relatività e della meccanica quantistica, avevano messo in discussione la visione euclidea dello spazio e le leggi della prospettiva scientifica. Primo fra tutti il cubismo andava affermando che nessuna rappresentazione del vero, nessun disegno, nessun quadro poteva competere con la realtà e quindi sfruttare la possibilità della rappresentazione bidimensionale sul foglio o sulla tela, quindi sperimentare la mutazione delle immagini. Sulla stessa scia si muovevano anche movimenti artistici come divisionismo, simbolismo, e futurismo. Escher iniziò ad analizzare metodi per tassellare, sperimentando con i tasselli figure animate. A Escher piaceva usare la prospettiva, come si intravede in alcune opere come Scilla
In questa incisione abbiamo la nostra Cefalù, affacciata sul mare e dominata dalla mole della sua splendida cattedrale, che Escher riprende dalla rocca che sovrasta il centro storico urbano. Aumentando la densità dell’ombra, l’incisore riesce a rendere evidente la purezza dei volumi dell’architettura arabo- normanna, che affascina tanto l’artista.
Escher realizza la litografia basandosi sul disegno di Tropea, affascinato dalle prospettive profonde si sofferma sui particolari della rupe dove le case si affacciano sul mare
Fra i capolavori, il chiostro di Monreale si è rivelato per Escher l’occasione per sperimentare la tecnica xilografica. La straordinaria abilità dell’incisore olandese riesce a catturare effetti di luce che permettono di cogliere perfino il pulviscolo illuminato dai raggi del sole.
Nell’entroterra della Sicilia occidentale, il tempio di Segesta. Escher riesce a esaltare dal basso i forti contrasti di luce e ombre dovuti allo sfolgorio del sole. Era questo uno dei motivi di attrazione per l’artista olandese.
Adagiato sulla costa a strapiombo sul mar Ionio, non lontano da Taormina, il borgo di Castelmola, sembra volersi librare nel cielo su quello sperone roccioso, e all’orizzonte l’inconfondibile sagoma dell’Etna, il vulcano con il suo pennacchio di fumo, ancora innevato.
La litografia di Escher restituisce tutta la ruvidezza della colata lavica rappresa.