Giornata Internazionale della Lingua Madre

Era una mattina come tante, ma alcuni studenti dell’Università di Dacca avevano deciso di scendere in piazza perché venisse riconosciuta l’esistenza della loro lingua ufficiale, il bengalese, in quella parte del Pakistan Orientale, che inglobava ancora il futuro Bangladesh. Quella protesta si trasformò in uno scontro aperto contro la polizia pakistana, che portò alla morte di 4 giovani ragazzi. E’ il 21 febbraio di ben 72 anni fa.
L’episodio viene ripreso in uno degli incontri della Conferenza Generale dell’ONU nel 1999 e, considerate le forti conseguenze che ne seguirono, diventa emblema di un pensiero diffuso, che volge l’attenzione alla tutela dell’identità linguistica dei singoli popoli, spesso minacciata dagli effetti della globalizzazione.
Oggi il 40% delle popolazioni non ha accesso diretto all’istruzione della lingua che parla e che comprende; questo comporta l’aumento vertiginoso di una tendenza che fa tremare: ogni settimana una lingua scompare portando via con sé un intero patrimonio culturale e intellettuale. Si stima, per questo, che alla lunga questo stato di cose porterà alla scomparsa di almeno metà delle 7000 lingue esistenti.
In occasione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, nel maggio del 2007, si è presa un’importante decisione, cioè ottimizzare i passi avanti fatti fino ad allora, per promuovere l’unità nella diversità. Punto di partenza è il 2008, inaugurato come Anno Internazionale delle Lingue: “Languages matters!“, le lingue contano. Inoltre, è stato individuato nel periodo 2022-2032 come Decennio Internazionale delle Lingue Indigene, con lo scopo di opporsi come meglio è possibile alla scomparsa delle lingue meno conosciute e meno parlate.
Il Festival delle Lingue, organizzato a Roma dall’AIIC (Associazione Internazionale degli Interpreti di Conferenza) e l’Università di Cagliari, promuove da oggi, 21 febbraio, per tutto il 2024 una serie di conferenze che pongono al centro l’italiano come lingua madre, definendola “una risorsa“, una lingua che “sta benissimo“, ma della quale si fa un uso limitato e limitante. Gli organizzatori hanno paragonato la lingua italiana a una Ferrari: “la lasciamo in garage con il rischio che prima o poi non parta più“.