I nomi delle note musicali, così come li conosciamo noi, risalgono al dodicesimo secolo e corrispondono alle sillabe iniziali dei primi sei versetti di un inno a San Giovanni Battista:
UT queant laxis
REsonare fibris
MIra gestorum
FAmuli tuorum
SOLve polluti
LAbii reatum
Sancte Iohannes.
(“affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, o santo Giovanni, dalle loro labbra indegne“).
Fu Guido d’Arezzo, un famoso teorico della musica, a notare che ciascun versetto corrispondeva ad una diversa tonalità e a utilizzarne le iniziali per definire le note. Si dovrà attendere però il XVI secolo prima che la settima nota riceva un nome definitivo (SI, dalle iniziali di Sancte Iohannes).
Nel XVII secolo anche l’Ut (ancora oggi in uso in Francia), di difficile pronuncia, si trasformò in Do per iniziativa del teorico fiorentino Giovanni Battista Doni che si servì della sillaba iniziale del suo cognome o forse della parola “Dominus” (Signore).