Pantalica: un luogo senza tempo sui monti Iblei

La parte sud-orientale della Sicilia è occupata dalla formazione orografica dei Monti Iblei, la cui vetta più alta è il vulcanico Monte Lauro (986 m s.l.m.).

La caratteristica principale del tavolato calcareo Ibleo è rappresentata da un intreccio di valli fluviali che le acque hanno scavato nella roccia. Localmente questi canyon sono detti “cave“.

Ci sono cave avvolte da un’aura di mistero, la cui frequentazione da parte dell’uomo si perde nella notte dei tempi e si confonde col mito. La più interessante da questo punto di vista è la Valle dell’Anapo. Già il fiume che l’ha scavata, l’Anapo, è esso stesso realtà e mito: Anapo è il “fiume invisibile“. G.A. Borgese ha scritto che sulle sue rive le favole scendono agli uomini!

L’Anapo sfocia nel Porto Grande di Siracusa e condivide la foce con il piccolo Fiume Ciane. Un mito che si unisce ad un altro: il fiume invisibile che si incontra con la ninfa Ciane. Ma la Sicilia è tutta terra del mito!

La Valle dell’Anapo richiama spesso per i suoi misteri. Misteri che si raggruppano in una sola parola, anch’essa misteriosa: Pantalica.

Ma che cos’è Pantalica?

Pantalica è un luogo senza tempo. Pantalica è e non è al tempo stesso. Pantalica la puoi vedere ma non te la puoi spiegare e se ci provi sfidi l’ignoto che affonda le sue radici in un’epoca ancestrale, di cui non tutto ci è dato di sapere!

Lungo la Valle si incontra una zona, abbastanza vasta, in cui le pareti rocciose lasciano letteralmente sbigottiti:appaiono traforate da centinaia, migliaia, di grotte artificiali. Sono talmente numerose che si ha l’impressione di guardare un alveare di pietra. Le aperture hanno forme regolari, quadrangolari, e non danno accesso a grotte ma a sepolcri. Sono più di cinquemila tombe!

Così Pantalica è un immenso cimitero (dicono che sia la necropoli rupestre più grande d’Europa); un cimitero che sembra un gigantesco alveare di pietra. Il popolo che abitò e realizzò Pantalica è chiamato “Popolo delle Api” e ancora oggi in quelle zone si produce un miele che non ha rivali in tutto il mondo. Ma quel popolo non esiste più. I Siculi, e forse ancor prima i Sicani, sono stati ingoiati dal tempo. Oggi rimangono migliaia di loculi scavati con arnesi di pietra anche su pareti a strapiombo sul fiume. E ti chiedi: ma come avranno fatto?

Agli inizi del ‘900 venne costruita la ferrovia Siracusa-Vizzini-Ragusa, a scartamento ridotto. La ferrovia si addentrava nella Valle e la percorreva interamente, in lieve pendenza, sempre alcuni metri più alta del fiume. Oggi rimangono solo un lungo e ardimentoso tracciato bianco, le stazioni e le fermate (anche dentro la Valle). Pare che l’ultimo viaggio sia stato fatto nell’estate del 1956.

Vista dall’alto la Valle è davvero maestosa. Dalla lussureggiante vegetazione che ricopre il fondo, qua e là appare il Fiume Anapo e, anche quando sei trecento metri più in alto, riesci a sentirne la voce. E’ possibile vedere la striscia bianca del tracciato percorrere la parte bassa della valle. Il treno attraversava quel mondo misterioso.

Nel 1997 è stata istituita la “Riserva Naturale Orientata di Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande“. Il Torrente Cava Grande (o anche Calcinara) è un affluente di sinistra dell’Anapo. Pantalica si trova sulle rocce racchiuse dalla confluenza.

La Riserva ha diversi ingressi, due dei quali lungo il fiume, e tra i due cancelli, sorvegliati dal personale della Forestale, si snodano circa una dozzina di chilometri di sterrato (l’ex tracciato ferroviario). La parte più suggestiva è compresa tra il cancello di valle e Pantalica. Questa è anche la zona più frequentata dai visitatori, ma per raggiungere Pantalica e consigliabile andarci da sopra, direttamente dall’altipiano racchiuso tra il Calcinara e l’Anapo.