Parlami…ascoltami, ascoltati.

La prima volta che ho visto Elisa Toffoli è stato  all’apertura di un concerto di Zucchero Fornaciari allo stadio La Favorita di Palermo. Era il primo luglio del 1997. Ed era anche la prima volta che Elisa, con un pezzo rigorosamente in inglese, si esibiva davanti a un pubblico vasto come quello di uno stadio.Quattro anni dopo, in occasione del Festival di Sanremo 2001, nell’edizione condotta dalla grande Raffaella Carrà, esortata da Caterina Caselli, Elisa si presenta con un brano in italiano e vince la kermesse. Inizialmente il pezzo era stato scritto in inglese col titolo “Speak to me” (Parlami), ma per l’occasione sanremese fu tradotta. Nella traduzione ci fu l’intervento della madre dell’artista, ma soprattutto di Zucchero Fornaciari al quale viene attribuito il ritornello “siamo nella stessa lacrima”.
È una canzone che parla di una donna che chiede al suo uomo di parlare, di comunicare sinceramente, senza barriere. “Una storia mia, vera, accaduta nella mia terra, in Friuli: la storia di persone che hanno un progetto di vita insieme, ma che poi capiscono che non si realizzerà. Proprio per questo ho voluto che fosse in italiano, perché si capisse esattamente quello che dicevo. “(cit.Elisa)
Il brano si distinse per la sua capacità di coinvolgere emotivamente in questa sorta di dialogo che può essere letto sia come una profonda dichiarazione di amore, di unione, di simbiosi non necessariamente tra amanti in senso stretto, ma anche in una dimensione più spirituale, in una connessione tra Uomo e Natura.
Io lo trovo un brano straordinario sia dal punto di vista musicale per le insolite sonorità, sia per le suggestioni che le figure retoriche contenute nel testo offrono. Vi propongo una mia interpretazione.
La similitudine ” come un sole e una stella”  due stelle che dall’alto dominano la Terra e si alternano giorno e notte per dare Luce e vita simboleggiano l’amore.  “Parlami come il vento tra gli alberi” un’altra similitudine che ci fornisce l’immagine del fiato che anima la parola, dell’anima che viene fuori dal profondo perché ha bisogno di essere ascoltata per dire “la verità, l’unica cosa che conta”. E poi ” il respiro non mente”.
Una relazione autentica non può basarsi sulla menzogna (“non ho mai saputo fingere”). Quindi la ricerca di una connessione tra esseri umani che spesso non sanno comprendersi tra loro, come pure sempre meno capaci di entrare in relazione con gli elementi della natura. Il tema della Natura si lega anche al tema della Libertà: “ho scelto di essere libera”, e nel video girato in un bosco si coglie questa sensazione di leggerezza. In questo caso le immagini non hanno bisogno di parole.
Poetica la lacrima definita “Luce che cade dagli occhi”, rimanda alla luce di sole e luna  insieme che però scivolano giù, verso il basso, verso il tramonto ( la fine di un amore).
E i ‘tramonti sulla mia terra” sono un riferimento a Trieste, nel Nord Est d’Italia, città di Elisa.
Gli amori finiscono, ma a volte ne è difficile l’accettazione e spesso si finisce per attribuirsi colpe o scagliarsi sull’altro per scagionarsi:”In tanto dolore niente di sbagliato”. Ciò che è auspicabile alla fine di una storia è racchiuso nel verso “Avrò cura di tutto quello che mi hai dato”, per dare senso e valore a ciò che in un tempo andato rendeva felici.
Il video ufficiale di “Luce (Tramonti a Nord Est)” è firmato dal regista Luca Guadagnino (all’epoca trentenne e ai suoi esordi cinematografici) è stato girato nei pressi di Trieste, città natale della cantante. Al video ha partecipato l’attore  Giorgio Pasotti.
Spero di non avervi tediato.
A voi il video ufficiale:

Buona visione. Alla prossima  👋