Dopo gli anni di privazioni e paure della guerra, gli anni ’20 si aprono come una nuova epoca di benessere e ottimismo. La societa’ e’ pervasa da un nuovo senso di liberta’ e speranza che portera’ a chiamare questo decennio gli anni ruggenti.
Nel campo dell’abbigliamento per la prima volta la moda cessa di essere riservata ad un elite, ma si apre alle masse. I grandi magazzini portano le novita’ dell’abbigliamento immediatamente alla portata di tutti e i nuovi tessuti artificiali e sintetici, come il rayon, cominciano a diffondersi abbassando considerevolmente il prezzo di alcuni capi.
Il razionalismo e la passione per le geometrie, oltre all’arte e all’architettura, influenza anche la moda. Gli abiti ora sono semplici, pensati soprattutto per lasciare la maggior liberta’ possibile nei movimenti: le linee sono dritte, i tessuti morbidi, la vita bassa, le gonne sempre piu’ corte.
I capelli per la prima volta vengono tagliati corti e i cappelli sono piccole cloche calzate fino alle sopracciglia. La sera gli abiti, senza maniche e con spalline sottili, sono in tessuti leggeri e velati, come chiffon, tulle, organza e seta, spesso impreziositi con perline e frange
L’abbigliamento ha subito l’Influenza del diffondersi del Charleston, il ballo di derivazione jazzistica, diffusosi intorno agli anni venti del XX secolo, prima in America e poi in Europa.
Di andamento veloce e brillante, ha ritmo sincopato in 2/2. Il charleston è senza dubbio il più brioso, gaio e scoppiettante ballo dell’epoca moderna.
I progressi tecnologici portano anche alle prime calze trasparenti e al proliferare dei cosmetici, lanciando la moda delle labbra rosso fuoco e del mascara.
Anche l’ideale di bellezza cambia radicalmente: ora la donna, come un’eterna adolescente, deve avere seno e vita inesistenti e fianchi stretti. Anche nel fisico, come nell’abbigliamento, le curve vengono sostituite delle linee dritte. I primi reggiseni, che fanno la loro apparizione proprio in questi anni, sono infatti progettati per schiacciare il seno invece che valorizzarlo.